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miércoles, 20 de mayo de 2009

Cuando el "cine de ficción" es obra de arte

Estamos muy habituados a calificar como arte a muchas manifestaciones que realmente no lo son, sobre todo en el terreno del cine, donde a diario se estrenan producciones que sólo pretenden batir algún record de taquilla.

Pero de vez en cuanto surge la grata sorpresa de vernos ante un film donde el argumento vampírico aunque muy trillado, es totalmente novedoso en cuanto a su enfoque, la estética "romántica/gótica" es cautivadora, y la tensión argumental no decae en ningún momento; este milagro artístico se titula "Déjame entrar".



Os la recomiendo.

1 comentario:

Michael's gate dijo...

Un nuovo orizzonte di senso per la pittura: la pittura archetipale

Elio Mercuri, critico d'arte internazionale ci presenta la pittura archetipale di hypnos ( Gilberto Di Benedetto).

28/09/2009 -

La ricerca di Gilberto di Benedetto, Hypnos, muove all’interno dell’informale con la scelta decisa della pittura come linguaggio del profondo sul rapporto sguardo, emozione, mano nella simultaneità che svela l’immaginale. Le sue opere sono crateri aperti dall’esplosione di un vulcano che apre la terra, il muro nero che occulta la terra è fuoco, il suo rosso amico, energia che provoca vertigine. Il rosso-eros che da comunicabilità e libertà ai vuoti interiori, a tutto ciò che dentro di noi non diventa vita ed è quotidiana tensione e sofferenza. Poi, la intensa e tenace ricerca di attivare i poteri di una sensibilità e personalità. Particolari, dono di natura attraverso lo studio, l’esperienza, delle scienze umane e delle scienze occulte; del pensiero e della magia per pervenire alla verità dell’esistenza.
Non lascia intentata nessuna strada per liberarsi dall’ “errore” nel “sentiero interrotto”, dal destino; risposta alle interrogazioni inquietanti dei giorni, varcare le soglie dell’oltre , nella sfida sull’orlo dell’abisso.
In questa ricerca, di trovare la concentrazione capace di azzerare l’eterno (il nero) e aprire al viaggio studio. Nel messaggio dell’araba fenice, di oltrepassare i confini; incontra l’ipnosi e il potere dell’ autoipnosi che permette di dare visibilità al linguaggio dell’anima ( Lacan ha sostenuto che l’inconscio è strutturato per immagini) e aprire nuovi orizzonti di senso per la pittura .
Dal primo percorso della stagione informale attraverso l’autoipnosi elabora la nuova dimensione della sua pittura che per riferimento alla psicologia archetipale di Hillman (autore fondamentale per Hypnos) noi definiamo “pittura archetipale” capace di dare espressione-immagine ,oltre io segno all’anima.
Lo stato di ipnosi gli permette di dare forma a tutto ciò che nella quotidianità è informe ed il nostro inconscio, cuore di tenebra, linea d’ombra, nero e non il luogo dell’incontro con l’infinito (l’inconscio come infinito di Malte Blanco) e riuscire più che la formula della matematica e i simboli delle scienze a delineare la logica della simmetria, che ci consente di convivere non più nella scissione e nell’occultamento ma nella verità.
Ha scelto il nome Hypnos, il sonno , per quel legame intimo con “Thanatos”, che ci riconduce nella liberazione dalla fenomenologia, all’archetipo e nell’ “esserci”così come siamo esistenza, provare il brivido dell’Essere, la totalità, l’immanenza in ogni manifestazione ed ente nella dimensione tempo. Il colore, nella sua dialettica di rosso e nero è luce che apre le prospettive dell’Infinito.
È il segreto e la magia della pittura come questa esperienza attraverso l’azione della mano si completa e riveli la sua originalità pur nella continuità con la storia dell’arte.
Guardare queste opere richiede un tempo lungo: è necessario andare oltre l’attrazione immediata, il sortilegio dello sguardo; assorbire il brivido dell’emozione, trasformare la caduta della vertigine in meditazione e concentrazione nel viaggio dentro a seguire quella luce che allarga spari nell’infinito notte e nella nostra esistenza dai conflitti, sedati dalla comunicabilità, dell’anima ci introduce al mistero cosmico, nella polarità che sostiene ogni presenza, del cielo e del quotidiano, dell’assoluto e dell’effimero; della precarietà della morte e dell’eternità della vita.
Allarga i poteri e i confini della pittura in questa emozione dell’ipnosi che prende corpo oltre l’emozione dei sensi nella rivelazione della verità.
E' l’arte a rendere possibile questa esperienza, la forma più alta di conoscenza concessa all’uomo prima di compiersi nel suo destino .

Elio Mercuri